domenica 30 agosto 2009

Ancora scandalo caccia in Abruzzo!



COMUNICATO STAMPA DEL 24/08/2009

Il WWF ricorre al TAR contro il calendario venatorio della Regione Abruzzo.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale boccia clamorosamente le decisioni dell’assessorato regionale all’Agricoltura.

L’assessorato non ha dati scientifici su cui basare le proprie scelte. Il WWF: in questa situazione come varare un calendario venatorio tutto a favore dei cacciatori?

Il WWF ha presentato un ricorso al TAR per chiedere la sospensiva del Calendario venatorio varato dalla Giunta Regionale abruzzese ai primi di agosto.
Nel ricorso si evidenzia come nel Calendario Venatorio approvato dalla Regione Abruzzo viene consentita l’apertura anticipata della caccia di specie migratrici quali la Quaglia al 6 settembre (rispetto alla terza domenica di settembre come normalmente previsto dalla legge) e come la caccia alla Beccaccia sia programmata dal 20 settembre sino al 31 gennaio anziché sino al 31 dicembre come consigliato dai massimi organismi scientifici nazionali ed internazionali in ottemperanza alla Direttiva 409/79/CEE “Uccelli”. Purtroppo su un altro aspetto importante, come la possibilità di addestrare i cani fin dal 6 agosto, per l'ennesima volta i tempi di approvazione della delibera regionale (3 agosto contro il termine di giugno previsto dalla legge) non hanno reso possibile fare ricorso.
La decisione di ricorrere alla giustizia amministrativa giunge dopo che l’Associazione aveva chiesto ripetutamente e preventivamente alla regione di adeguarsi agli standard richiesti a livello comunitario e al parere espresso dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), massimo organo scientifico dello Stato Italiano, sulla prima bozza di calendario predisposta dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione. Il WWF aveva chiesto sia durante la consulta venatoria, in cui vi è un solo membro dell’Associazione, sia con una nota scritta inviata all’Assessorato di conoscere i dati scientifici e le norme comunitarie sui quali la Regione Abruzzo aveva fondato scelte del tutto discutibili, come l’apertura anticipata e la chiusura al 31 gennaio della caccia alla beccaccia. Su questi e su altri punti controversi era intervenuto il parere dell’ISPRA che aveva censurato tecnicamente e scientificamente l’operato dell’Assessorato regionale.

Nel parere dell’ISPRA, che alleghiamo integralmente, si possono leggere frasi del genere su diversi punti non recepiti nel calendario venatorio:
APERTURA ANTICIPATA ALLA QUAGLIA (il calendario prevede l'apertura anticipata al 6 settembre)
“Per quanto concerne la Quaglia e l'Allodola si esprime parere sfavorevole al prelievo anticipato. Si tratta in entrambi i casi di specie ormai da anni in forte regresso e caratterizzate da uno stato di conservazione sfavorevole a livello europeo. Inoltre la Quaglia dovrebbe essere cacciata con il cane, pratica da evitarsi per ragioni connesse al disturbo arrecabile alla restante fauna non oggetto di caccia”.
CACCIA ALLA BECCACCIA (il calendario prevede la chiusura al 31 gennaio 2010)
“Per la Beccaccia si suggerisce una chiusura anticipata della stagione venatoria al 31 dicembre, in relazione non solo al precario stato di conservazione delle popolazioni europee di questa specie (ridottesi nel complesso di circa il 10% nell’arco di un decennio) ma soprattutto in considerazione della maggiore vulnerabilità che contraddistingue questo scolopacide nella seconda metà dell’inverno”.
MOBILITA’ DEI CACCIATORI (il calendario introduce il comparto unico regionale)
“Il capo F del documento in esame introduce la possibilità di un’ampia mobilità dei cacciatori per l’esercizio della caccia alla migratoria in ambito regionale che contrasta con l’esigenza di realizzare un più saldo legame del cacciatore al territorio e di fatto vanifica in gran parte le innovazioni introdotte dalla Legge 157/92 in materia di disciplina dell’attività venatoria”.
ADDESTRAMENTO CANI (il calendario ha reso possibile l’addestramento cani dal 6 agosto)
“L’inizio dell’attività di addestramento cani al 7 agosto appare prematuro, considerati i periodi di riproduzione di varie specie potenzialmente vulnerabili, come la lepre e i galliformi. Si ritiene, quindi, che una soluzione di compromesso accettabile sia quella di posticipare alla fine di agosto o ai primi di Settembre l’epoca di addestramento degli ausiliari”.
CACCIA IN PRESENZA DI NEVE (il calendario permette la caccia nelle aree umide anche in presenza di terreno coperto da neve)
“L’esercizio della caccia in questi momenti risulta fortemente impattante sulle popolazioni selvatiche poiché determina un incremento della mortalità: tale incremento è legato non solo all’aumento del prelievo diretto, reso più semplice dalla minore mobilità degli animali, ma anche al forte disturbo arrecato agli uccelli che li costringe a impiegare le proprie energie per fuggire anziché per le attività di foraggiamento così importanti per garantire la sopravvivenza in questi periodi di freddo intenso. Si ritiene, pertanto opportuno che venga previsto il divieto di caccia anche nelle aree umide durante il verificarsi di estese nevicate indipendentemente dalla presenza di ghiaccio sulla superficie dei corpi idrici. L’introduzione di tale norma in Abruzzo appare particolarmente importante, anche in considerazione delle ridotte dimensioni che contraddistinguono le zone umide presenti in regione”.

Su altri aspetti estremamente negativi l’Assessorato ha dovuto cedere alle censure dell’ISPRA (apertura anticipata all'Allodola; modalità di caccia alla Coturnice) anche se in alcuni casi ricorrendo ad escamotage come nel caso in cui si consente l’apertura anticipata al Colombaccio qualora le province presentino dati (ma su questa specie l’ISPRA scriveva non più tardi del 7 luglio scorso: “La valutazione dell’impatto del provvedimento dovrebbe quindi basarsi su buone informazioni aggiornate in merito alla distribuzione ed allo stato delle popolazioni nidificanti in ambito regionale che, per quanto è a conoscenza di questo Istituto, non sono attualmente disponibili”). Solo che ad agosto la stagione riproduttiva è conclusa e non si capisce come possano le province produrre dati che non hanno.

Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia: “La Regione Abruzzo ha in un primo tempo varato una bozza di calendario in contrasto con le indicazioni nazionali ed internazionali sulla conservazione delle specie, nonostante le nostre precise e documentate osservazioni presentate in Consulta venatoria dal nostro rappresentante. Poi ha subìto un parere scientifico dell’ISPRA che ha letteralmente demolito l’intero impianto del calendario venatorio predisposto dall’Assessorato all’Agricoltura. Invece di assumere un atteggiamento più prudente dopo questa brutta figura a livello nazionale, adeguandosi completamente ai rilievi dell’ISPRA, la Giunta regionale ha deciso di forzare su molti aspetti sopra ricordati lasciando invariato il testo del calendario. A questo punto il WWF, che ha sempre avuto un atteggiamento responsabile indicando preliminarmente all’Assessorato le carenze della gestione venatoria nella Regione, si vede costretto a ricorrere al TAR chiedendo la sospensiva del Calendario”.

Più in generale il WWF attende ancora dall’Assessorato all’Agricoltura di conoscere su quali dati scientifici ha basato le proprie scelte visto che in sede di consulta l’Assessorato ha pubblicamente ammesso le carenze rispetto alle conoscenze sulle specie oggetto di caccia e che non ha risposto ad una precisa richiesta scritta dell’Associazione.

“Appare incredibile”, prosegue Caserta, “che in una Regione come l’Abruzzo, dove sono le Associazioni come il WWF e non gli enti pubblici competenti, a produrre pubblicazioni scientifiche di livello internazionale, si assumano comunque scelte forzate e a senso unico tutte più permissive. Non è possibile che per privilegiare gli interessi dei cacciatori si finisca per non garantire la corretta gestione di un bene comune come la fauna”.

Non va poi dimenticato che, come il WWF denuncia da anni, la Regione Abruzzo ad oggi è priva di un Piano Faunistico Venatorio: quello precedente, infatti, è scaduto come ha ammesso lo stesso assessorato nel corso dell'ultima consulta venatoria il 31 dicembre 2005 e da allora non ne è stato mai predisposto un altro.

In ultimo il WWF coglie l’occasione per ricordare all’Assessore Febbo, che aveva sostenuto che nel Comitato Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che ha valutato il Calendario Venatorio “trovano ampio margine di rappresentatività le associazioni ambientaliste” che, purtroppo, ciò non è vero per il semplice fatto che la composizione del Comitato è normata da una legge regionale che l’Assessore dovrebbe conoscere e che non prevede la presenza di membri nominati dalle associazioni ambientaliste: infatti 10 membri sono funzionari regionali, 3 sono nominati dal Consiglio regionale, 1 dalle quattro Amministrazioni provinciali ed 1 dal Corpo Forestale dello Stato.




CACCIA: FEBBO DIFENDE LE SCELTE DEL CALENDARIO VENATORIO

(REGFLASH) Pescara, 25 ago. "Nessuna bocciatura del nostro calendario venatorio da parte dell'Ispra. Credo che il WWF, nel caso specifico, stia conducendo una battaglia di retroguardia poichè l'integralismo non porta mai da nessuna parte". Così l'assessore con delega alla Caccia, Mauro Febbo, in apertura della conferenza stampa che ha tenuto, questa mattina a Pescara, ha commentato la decisione dell'associazione ambientalista di presentare al Tar un ricorso che mira a sospendere il calendario venatorio 2009-2010 approvato dalla Giunta regionale. "L'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, - ha spiegato Febbo - è un organismo statale che rilascia solo pareri, peraltro non vincolanti, e che, rispetto a questo calendario venatorio, si è limitato a fare delle ossservazioni, quasi totalmente recepite. Sulla questione specifica della caccia alla quaglia, - ha continuato Febbo - abbiamo ritenuto, invece, di difendere la scelta dell'apertura anticipata !
che, comunque, non è indiscrimata ma riguarda solo le stoppie e gli incolti, poichè il territorio abruzzese è quasi per metà soggetto a vincoli per la presenza di tre parchi nazionali e di un parco regionale". L'assessore alla Caccia ha, poi, rimarcato che "il percorso per arrivare al calendario venatorio 2009-2010 è stato ampiamente condivisio dalla Consulta della caccia dove sono presenti tutte le componenti interessate come le associazioni ambientaliste, quelle degli agricoltori, le organizzazioni venatorie, i biologi, i veterinari ed il mondo della cinofilia". In relazione al manacato rinnovo del Piano faunistico regionale, l'assessore Febbo ha chiarito che "quello attualmente vigente in regime di prorogatio risale al 2004 e quindi ai tempi della Giunta Pace. Per cui non è una lacuna che puo' essere imputata a questo Governo regionale bensì all'inerzia del mio predecessore. In ogni caso, - ha proseguito l'assessore - stiamo lavorando sul nuovo Piano faunistico che ci au!
guriamo possa vedere la luce quanto prima". Un altro aspetto c!
he l'assessore alla Caccia ha voluto evidenziare è legato al passaggio chiave rappresentato dal VIA, la valutazione di impatto ambientale, che il caldendario venatorio 2009-2010 ha superato. "Infine, - ha concluso Febbo - una notazione sulle date di apertura della caccia nelle varie Regioni. In Abruzzo, la stagione venatoria inizierà il 6 settembre mentre in Molise, Puglia e Campania, dove peraltro governano Giunte di diverso colore politico rispetto a quella abruzzese, si partirà qualche giorno prima. Per cui, neppure sotto questo profilo ci si può dire nulla". (REGFLASH) DR090825

COMUNICATO STAMPA DEL 25/08/2009

Il WWF risponde all’Assessore Mauro Febbo sul calendario venatorio.
Per difendere le sue scelte nega l’evidenza dei fatti.


Le dichiarazioni di oggi dell’Assessore Mauro Febbo meritano alcune puntualizzazioni.

1) Il parere dell’ISPRA (massimo organo nazionale sulla gestione della Fauna i cui pareri sono obbligatori per la redazione dei calendari venatori regionali) è chiarissimo ed ha bocciato sotto molteplici aspetti il calendario presentato dall’Assessore Febbo. In un passaggio il parere dell’ISPRA arriva a vedere in una disposizione contenuta nel calendario “una inversione di tendenza sia sul piano biologico e gestionale, che dal punto di vista culturale” (frase testuale presa da pagina 6 del parere ISPRA). La Regione ha accolto solo in parte le pesanti censure dell’ISPRA, mentre ha lasciato invariati alcuni aspetti particolarmente gravi come: preapertura della caccia alla quaglia al 6 settembre rispetto al 20 settembre previsto dalla legge; prolungamento della caccia alla beccaccia al 31 gennaio 2010 rispetto al 31 dicembre 2009 previsto dalla legge; modalità di caccia al colombaccio con possibilità per le Province di anticipare il periodo di caccia; creazione del comparto unico regionale per cui i cacciatori potranno esercitare la caccia alla fauna migratoria in tutta la regione e non in ambiti sub-regionali; avvio delle attività di addestramento cani al 7 agosto con conseguente disturbo alla fauna in periodo riproduttivo; permesso di caccia nelle aree umide anche in presenza di terreno coperto da neve (cosa vietata perché impattante sulla fauna).

2) Non è vero che nella consulta regionale sulla caccia nessuno ha sollevato problemi sul calendario venatorio proposto. Il rappresentante del WWF ha fatto tutte le osservazioni tecniche che poi sono state in gran parte ripetute dal parere dell’ISPRA, a dimostrazione che gli aspetti scientifici sono quelli e che chiunque abbia qualche pur minima conoscenza di etologia non può tacerli. Gli altri presenti in consulta non hanno detto nulla proprio perché, essendo per la maggior parte cacciatori, erano ben contenti dei “regali” che l’Assessore stava facendo alla loro categoria!

3) È falso che il WWF attacchi strumentale l’Assessore Febbo, visto che da sempre l’Associazione ha impugnato i calendari venatori quando questi non erano fatti bene. E lo ha fatto sia quando c’erano giunte regionali di destra che quando c’erano giunte regionali di sinistra. All’Assessore basterà informarsi presso gli Uffici del suo Assessorato per averne riscontro.

4) Su una cosa, però, l’Assessore Febbo ha ragione: la mancanza del Piano faunistico venatorio e di dati sulla presenza faunistica non sono imputabili solo a lui, ma li condivide con quanti lo hanno preceduto nel corso degli anni. È esattamente quello che abbiamo affermato nel corso della nostra conferenza stampa di ieri.


Dante Caserta
Consigliere nazionale WWF Italia

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